Abiezione nell’arte postmoderna come risultato di una cultura post-traumatica
DOI:
https://doi.org/10.24310/BoLArte.2017.v0i38.3364Resumen
Obiettivo di questo articolo è identificare gli elementi che permettono di costruire un punto di vista storico-artistico e critico a partire dall’Olocausto fino ad arrivare alla questione dell’abietto. Se il concetto di abietto è stato, nel corso del Novecento, sia nella storia dell’arte che nell’estetica o nella semiotica, alla base del superamento dei limiti simbolici, psichici e culturali, per tentare di trasgredire o di perturbare i sistemi identitari sia individuali che collettivi, nell’abiezione nell’arte tali questioni si presentano in form estremamente originali. Lo studio cerca dunque di dimostrare, anche attraverso una linea teorica che Julia Kristeva ha trattato nel suo libro Pouvoirs de l’horreur, che il discorso si costruisce su concetti e poetiche connessi all’abiezione. Partendo da queste considerazioni sarà interessante riconoscere la presenza di immagini dell’abietto.
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