Il colore del tempo. La memoria dei pianeti in un affresco medievale

Autores/as

  • Ezio Albrile Italia

DOI:

https://doi.org/10.24310/mhnh.vi15.15645

Resumen

L’Abbazia della Novalesa in Val di Susa, nei pressi di Torino (Italia), è un importante testimonianza di arte medievale. Tra le cappelle che formano il complesso abbaziale una è di particolare interesse, quella dedicata a San Eldrado. In un dipinto sulla parete sinistra osserviamo San Eldrado morente, in alto, una porzione di cielo azzurro racchiude otto stelle splendenti inscritte in cerchietti dai colori differenti; dalla stella centrale diparte un cono di luce che si posa sul capo del santo. Esiste un’intima relazione tra colori e astri planetari, di cui una tarda testimonianza è questo affresco: una stella è rossa, mentre le altre appaiono come tonalità cromatiche che dal giallo passano al verde chiaro. Questa serie cromatica si colloca in una tradizione simbolica molto antica, che attraversa tutto il Vicino Oriente ed è raccolta nella teoria dei colori platonica. È l’idea che le stelle siano i caratteri di una misteriosa scrittura celeste, una sorta di «libro», coincidente con l’intera volta del cielo. Un fatto che talvolta può essere inteso come lo speciale registro espressivo in cui sono descritti il passato, il presente e il futuro dell’universo intero. E in questo una funzione determinante è svolta dai pianeti.

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Publicado

2015-12-01

Cómo citar

Albrile, E. (2015). Il colore del tempo. La memoria dei pianeti in un affresco medievale. MHNH. Revista Internacional De Investigación Sobre Magia Y Astrología Antiguas, (15), 57–84. https://doi.org/10.24310/mhnh.vi15.15645

Número

Sección

Artículos