copyrightEsta obra está bajo licencia internacional Creative Commons Reconocimiento-NoComercial-CompartirIgual 4.0.
MHNH, 21 (2024) 133-138
ISSN: 1578-4517

RECENSIÓN

Emilio Suárez de la Torre , Eros mágico. Recetas eróticas mágicas del mundo antiguo, Monografías de Filología Griega 31, Zaragoza: Prensas de la Universidad de Zaragoza, 2021, 342 pp. ISBN: 978-84-1340-277-2.

Come nella biblioteca di un mago, in cui su mensole e ripiani si affastellavano quaderni di ricette e libri magici, manuali e testi scientifici, teosofici e filosofici, da cui poter attingere suggestioni, preghiere, informazioni e disegni, così in quella dello studioso moderno —giovane o esperto ricercatore— che voglia affrontare i temi intensi e variegati dei rapporti tra amore e magia nel mondo antico troverà di certo posto in bellavista, lontano dalla polvere che a volte si posa sui suddetti scaffali, il recente volume del prof. Emilio Suárez de la Torre dal titolo Eros mágico. Recetas eróticas mágicas del mundo antiguo1.

Inserito come XXXI all’interno della collana “Monografías de Filología Griega” dell’Università di Saragozza, il volume si presenta come una ricca summa di materiali reinterpretati con acribia filologica e indagine storico comparativa dall’autore, esperto conoscitore della magia e delle sue fonti, delle sue formule e dei suoi rituali, così come descritti nei Papyri Graecae Magicae e nelle altre testimonianze, letterarie e non. Il saggio, suddiviso in due ampie e dense sezioni, ripercorre e ripropone alcune delle tematiche che hanno caratterizzato la vicenda accademica e scientifica dello studioso, alcune già oggetto di pubblicazioni2 prodotte in seno a progetti di ricerca di cui Emilio Suárez de la Torre è stato titolare nella sua lunga e densa carriera di professore di Filologia Greca presso le Università di Saragozza, Valladolid e Pompeu Fabra di Barcellona.

Le parole poste ad incipit della presentazione mostrano al lettore la necessitas che costituisce la genesi stessa del volume: in una società che —frastornata dalla globalizzazione— sta dimenticando l’amore per il mondo antico e per le lingue che di esso sono espressione —e che costituiscono la base imprescindibile della nostra cultura— le pagine del volume vogliono essere una requisitoria verso coloro che, convinti dell’inutilità di questo sapere, ne promuovono l’oblio. Conoscere il mondo greco e latino è la via per conoscere l’essere umano: conoscere i dolori e le speranze, le visioni della morte e dell’amore, le credenze e le prassi dell’uomo antico costituisce la forma più elevata per una «espeleología histórica del alma humana y de la sociedad» e ci mostra un mondo che «se nos revela dividido entre lo sublime y lo cotidiano»3. Da questa necessitas —del tutto condivisa da chi scrive— nascono queste pagine, come una «incursión en el mundo del amor y del sexo en un momento concreto de la historia y a través de unos documentos a la vez particulares y reveladores», utili testimoni dell’esperienza umana, oltre i limiti del tempo e del luogo.

Il titolo rende così da subito chiaramente esplicito il tema che costituirà l’oggetto: gli incantesimi e le magie a carattere erotico conservate su papiri o su lamine di piombo, in maggioranza provenienti dall’Egitto greco-romano (ma anche da località contigue, quali ad esempio la Sicilia, la Tessaglia, il Nordafrica), catalogate secondo un ordine cronologico, utile per comprendere l’evoluzione del pensiero sull’amore e sull’Eros.

Proprio un’invocazione ad Eros, tratta dal PGM IV (1747-1809), apre le pagine dell’Introduzione, in cui si descrivono le diverse modalità di concepire la passione amorosa in Grecia e a Roma, espresse nei testi letterari greci, latini ed egiziani, e soprattutto nei documenti magici (papiri, ostraka, lamine di piombo, amuleti e gemme) che ci narrano le prassi comuni della vita quotidiana.

Delle due ampie sezioni che seguono, la prima (“Sobre magia, magos y dioses en el Egipto grecorromano”, pp. 27-126) prosegue sulle linee definite nell’Introduzione ed offre innanzitutto al lettore un ampio quadro delle diverse teorie che tentano di rispondere alle domande «¿qué es la magia?» e quali siano i suoi rapporti con la religio, «¿qué es un mago?» e quale siano le sue funzioni, il suo ruolo, i suoi strumenti e i suoi manuali, la tipologia delle ricette, delle formule e degli incantesimi da lui messi in atto durante l’operazione magica. Dopo una breve storia della conservazione e delle edizioni dei Papiri magici (§1.2), l’autore inserisce una interessante e dettagliata analisi di alcuni passi tratti dai PGM in cui si descrivono ricette e formule che potremmo definire “ad ampio spettro magico”, ovvero finalizzate all’ottenimento di specifici benefici nonché all’ammaestramento di allievi e apprendisti maghi. Un interessante paragrafo di riepilogo posto al termine di queste pagine permette al lettore di focalizzarne i punti salienti, le problematiche e le ipotesi di comprensione.

Agli dèi invocati nelle prassi magiche descritte nei papiri, e soprattutto in quelle connesse alla magia erotica, è dedicato il terzo capitolo di questa prima sezione, in cui si delineano i tratti di Afrodite ed Eros. L’autore analizza alcuni brani in cui si descrivono ricette e rituali con inni e formule e invocazioni ad Afrodite (tra cui PGM IV 2891-2942; PGM IV 3209-3254). Tale indagine si dimostra utile a definire il profilo «magico» della dea, funzionante sia nell’ambito della relazione amorosa, sia in un più ampio quadro di convergenze con altre divinità femminili: in ella, infatti, si agglutinano a volte molte delle prerogative (benefiche e fecondative ovvero costrittive e pericolose) che caratterizzano le diverse personalità divine, in una sorta di «enoteismo femminile» (l’espressione —su cui abbiamo già avuto modo di riflettere— è di Turcan, riletta in contesti magici dalla Sfameni Gasparro4), quasi a volerne espandere ad libitum la potenza in un senso cosmico ed universale.

Con i medesimi obiettivi viene poi indagata la figura di Eros, utilizzando come strumento privilegiato di analisi la narrazione dell’episodio di Eros e Psiche presente nei papiri (PGM IV 1715-1867; cfr. XII 14-95), in cui le passioni umane si confondono con i desideri divini, e si mescolano nelle abili mani del mago con amuleti5, ricette e formule.

Segue la seconda sezione del volume (“El estudio de los hechizos eróticos”, pp. 127-287) che, proponendo un’ampia raccolta delle ricette magiche con formule erotiche presenti nei papiri e nelle tabellae, costituisce per lo studioso uno strumento di eccezionale importanza. Catalogate in ordine cronologico, in un intervallo che occupa sei secoli (tra I a. C. e V d. C. circa), e distinte per la loro provenienza linguistica (greco o demotico) e per il contenuto, esse rispondono a due obiettivi: A. La teoria, contenente ricette di contenuto generale e di uso diffuso (pp. 134-199); B. La prassi, contenente ricette realizzate ad personam (pp. 200-285).

«Veremos textos —annuncia l’autore (p. 133)— de contenido negativo y de maldición, numerosas recetas de seducción y atracción, de separación, incluso las que ya están a caballo entre la magia y la medicina, como son las que tienen por finalidad eviter la preñez, estimular la erección, provocar el insomnio, etc.». Prende vita così un quadro variegato di incantesimi, in cui elementi convenzionali e formulari si combinano con novità testuali e operative, in cui le divinità vengono evocate per assecondare i desideri del praticante, di essere amato e di condurre a sé l’amato.

Pagina dopo pagina, di tutti i testi che analizza lo studioso fornisce la storia, offre un’attenta analisi filologico-strutturale, propone una traduzione ed un commento, con una revisione bibliografica6.

La seconda parte della sezione (pp. 200-285) è, invece, dedicata allo studio di alcune defixiones erotiche, papiri, amuleti o simili, databili tra il VI/V a.C. e il V d.C., che ci permettono di conoscere l’uso reale e concreto di filtri e formule descritti nella parte A. Esse sono riunite per tipologia sessuale, ovvero diversificate tra la clientela maschile (circa 60 esempi) e quella femminile (circa 20), al fine di fornire in maniera innovativa alcuni spunti per un ulteriore studio di genere.

Conclude il catalogo un incantesimo per un amore omoerotico, tra Sofia e Gorgonia (SM 42, pp. 269-285), inciso su una tabella di piombo di forma quasi circolare databile tra il II e IV d.C. e proveniente da Hermopolis, che suscita l’interesse dell’autore per la sua composizione in versi giambici.

Dopo le conclusioni, utili ad avviare con il lettore una riflessioni sui contenuti, gli obiettivi e gli strumenti della magia erotica, completa il testo una amplissima ed esaustiva sezione bibliografica (pp. 297-325) che mostra la profondità della documentazione trattata, la cui ricchezza è di certo indice del notevole interesse che la tematica della magia erotica ha suscitato e suscita tra gli studiosi.

Un lavoro di eccezionale interesse, dunque, che vuole solleticare l’attenzione dei ricercatori ed anche stimolare l’interesse dei non addetti ai lavori che, come si legge nella nota finale del volume, si chiederanno forse: «¿funcionaban?».

«La respuesta exacta es imposible de dar, pero creo —conclude Emilio Suárez de la Torre—que lo que está claro es que la pervivencia de esta práctica indica una gran confianza en los procedimientos y en los individuos que los recomendaban. Es cierto que no todos podrían pagar las sumas que exigiría la elaboración de recetas costosas, pero ya hemos visto que los profesionales de la magia supieron adaptarse muy bien a toda clase de clientes y que hemos visto una gama amplia de recetas. En cualquier caso, y si tiene curiosidad, el lector podrá experimentar».

Forza, dunque, mettiamole alla prova e vediamo se queste ricette, con le dovute precauzioni, daranno rispose alla ricerca dell’amore, o dell’amato!

Mariangela Monaca
Università degli Studi di Messina
mariangela.monaca@unime.it


1  Emilio Suárez de la Torre, Eros mágico. Recetas eróticas mágicas del mundo antiguo, Monografías de Filología Griega 31, Zaragoza: Prensas de la Universidad de Zaragoza, 2021. 342 pp. ISBN: 978-84-1340-277-2. Il volume è stato di recente oggetto di recensioni assai favorevoli ad opera di Rosario Guarino Ortega (Myrtia 37, 2022, pp. 244-245) e di Gabriel Silva (https://bmcr.brynmawr.edu/2022/2022.04.03/). Scrivere queste poche pagine a commento di questo prezioso volume è per me cosa assai cara: esse vogliono essere una espressione di affetto e stima verso uno dei miei più cari Maestri, punto di riferimento per quanti si occupino dei rapporti tra divinazione e magia nel mondo antico. Per un approfondimento sulle biblioteche presenti nelle botteghe dei maghi si legga il contributo dello stesso autore “The library of the Magician”; ci sia permesso, inoltre, rimandare ad un contributo edito qualche anno fa in un volume a cura dello studioso, frutto dei risultati di un progetto di ricerca internazionale: Mariangela Monaca, “A scuola di magia. Gli strumenti del mago tra papiri e gemme: rileggendo PGM IV, 2006-2139”, in Emilio Suárez de la Torre, Miriam Blanco, Eleni Chronopoulou, Isabel Canzobre (eds), MAGIKÈ TÉCHNE. Formación y consideración social del mago en el Mundo Antiguo, Madrid:Clásicos Dykinson, 2017, pp. 159-176.

2  Un elenco di alcune di tali pubblicazioni, utile al lettore per aver un quadro delle ricerche dello studioso sul tema della magia, è inserito nella ricchissima bibliografia che chiude il volume alle pp. 320-323.

3  Secondo una formula opportunamente usata come titolo di uno dei Colloqui organizzati in seno ai progetti di ricerca, dal titolo Los papiros mágicos griegos entre lo sublime y lo cotidiano, i cui atti sono stati pubblicati a cura di Emilio Suárez de la Torre, Miriam Blanco, Eleni Chronopoulou, Madrid 2015.

4  G. Sfameni Gasparro, “Tra mageutiké techne e teologia. I PGM come testimoni della religiosità tardo-antica”, in E. Suárez de la Torre – A. Pérez Jiménez (eds.), Mito y Magia en Grecia y Roma, (Supplementa MHNE 1), Barcellona, Libros Pórtico, 2013, pp. 161-177. Cfr. Monaca 2017, pp. 175-176.

5  Molti sono gli esemplari di amuleti e gemme magiche giunti fino a noi che rimandano alla raffigurazione con finalità magico-erotiche della vicenda di Eros e Psiche. Si rimanda solo a titolo esemplificativo ad alcuni esemplari: ad esempio in CBd/1166 (CBd = The Campbell Bonner Magical Gems Database, 2010-, developed at the Museum of Fine Arts, Budapest, editor-in-chief: Á. M. Nagy, consultabile su http://cbd.mfab.hu/cbd/), una gemma in calcedonio marrone dell’Ashmolean Museum di Oxford, studiata da Henig – MacGregor (M. Henig, A. MacGregor, Catalogue of the Engraved Gems and Finger-Rings in the Ashmolean Museum, II. Roman, Oxford, 2004, no. 13.18), riproduce l’immagine di Psiche alata stante a destra, vestita di peplo, nell’atto di porgere una ghirlanda ad Eros, che sta a sinistra, di fronte a lei, con un arco nella mano sinistra e una freccia nella mano destra. Li divide una iscrizione verticale dal basso verso l’alto: βαλθαμ. Circonda la scena l’iscrizione χρωευτυχωσ θεοδωρα, ovvero χρῶ εὐτυχῶς Θεοδώρα, ‘Addio Teodora!’, indicativo probabilmente del destinatario dell’operazione magica. A confronto si vedano anche CBd/454, un diaspro studiato da Christopher A. Faraone e conservato presso il Kelsey Museum of Archaeology, ovvero CBd/489, una ematite nera conservata al British Museum e studiata da S. Michel (Die Magischen Gemmen im Britischen Museum, 2001, 59, no. 89). Interessante anche la classe di gemme raffiguranti Afrodite ed Eros, secondo una tipologia assai diffusa e rappresentata ad esempio dall’ematite nera dell’American Numismatic Society di New York (CBd/1364) in cui la dea è raffigurata in piedi di fronte, testa a sinistra, mani legate dietro la schiena da una corda che le cinge più volte anche le gambe, tenendole stretto il mantello. Accanto a lei, a sinistra, un Eros alato, inginocchiato su un ginocchio e con in mano la corda. Intorno una iscrizione ΠOΘEC, forma corrotta di ΠOΘOC, desiderio, secondo Schwartz (1979). Per lo studio di queste tipologie gemmarie afferenti all’ambito erotico si rimanda ad alcune riflessioni da noi proposte nel corso del Congresso Internazionale Ad Astra per Corpora: Astrología y Sexualidad en el Mundo Antiguo, svoltosi presso l’Università di Malaga nel febbraio 2015, in stampa.

6  Cfr. ad esempio la citazione dei testi nella recentissima edizione a cura di C.A. Faraone, S. Torallas, GEMF: Greek and Egyptian Magical Formularies: Text and Translation, California Classical Studies N. 9, Chicago 2022, frutto del lavoro di un gruppo di ricerca internazionale, cui l’autore ha partecipato.